Anfora panatenaica

Anfora panatenaica (Anfora Burgon), Londra, British Museum B130

Le anfore panatenaiche sono anfore prodotte per contenere l'olio sacro che nell'antica Grecia veniva consegnato come premio agli atleti vincitori dei giochi panatenaici. Prodotte a partire dalla metà del VI secolo a.C. (nel periodo dei ceramografi Kleitias e Lido) e decorate con la tecnica a figure nere, questi vasi ufficiali mantennero tradizionalmente questo tipo di decorazione fino al II secolo a.C. Sono giunte sino a noi centinaia di anfore panatenaiche, la prima databile al secondo quarto del VI secolo a.C. (le gare di atletica sono state introdotte alle Panatenee nell'anno 566 a.C.), l'ultima all'età ellenistica. Era una commissione statale dunque molto remunerativa per il ceramista che la riceveva. Metà delle anfore giunte sino a noi è stata ritrovata in Attica, molte, data la loro preziosità, furono vendute e portate altrove.

La forma essenziale del vaso con il corpo ampio, il collo corto e sottile, la base affusolata e il piede piccolo rimase la stessa nel corso dei secoli, cambiò invece la parte decorativa che si adattava col tempo al cambiamento del gusto. I temi delle decorazioni rimasero gli stessi: sul fronte la figura di Atena, in atteggiamento bellicoso, tra due colonne sormontate da galli (le colonne potevano riferirsi al tempio della dea o forse erano solo un supporto per i galli, simbolo di spirito combattivo) e con l'iscrizione standard "ton Athenethen athlon" ([io sono] dei Giochi Atenaici); sul retro veniva rappresentata una specialità dei giochi, quella in cui si era distinto il vincitore. A partire dal IV secolo a.C. queste opere recano la data della raccolta delle olive (indicata col nome dell'arconte), divenendo particolarmente utili per le datazioni; inoltre da questo momento solo le scene sul retro seguono l'evolversi dello stile mentre sul fronte la figura di Atena, a parte il cambiamento di profilo per cui inizia ad essere rivolta a destra anziché a sinistra, si allontana nel disegno dall'evoluzione stilistica contemporanea, seguendo una maniera tradizionale e arcaizzante, come accadde anche sulle contemporanee monete ateniesi.


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